EMILIANO MASCETTI

Sono tutti a caccia di Ciccio

Serio, affidabile, competente, discreto: ha un solo difetto é troppo "buono". Ma la sua filosofia di vita nel mondo del calcio ne ha fatto un team-manager tra i più apprezzati. Ha il contratto in scadenza e tutto tace: un silenzio ad alto rischio
di Pino Cerboni

Guai perdere uno come lui. Cioè una persona seria, affidabile, estremamente competente. Quasi una rarità, nel mondo del calcio; o almeno nel settore riservato ai direttori sportivi. Del resto, più di ogni parola basta ricordare che alla Roma l'ha voluto il mai abbastanza rimpianto presidente Viola, un tipo che di "collaboratori" non ne ha mai, o quasi, voluto sapere.
Ecco perché Emiliano "Ciccio" Mascetti merita il massimo rispetto. E credibilità. Doti che l'ex dirigente veronese ha saputo far proprie puntando esclusivamente sul lavoro, sulla capacità di gestire le situazioni più delicate (che nella Roma, recentemente, non sono mancate).
Qualità abbinata alla quantità: questa la formula del lavoro di Ciccio, personaggio sempre disponibile nei confronti di tutti.
Ed ecco perché sarebbe certamente un guaio per la Roma perderlo, ipotesi per nulla campata in aria visto che il contratto di Mascetti con la società di Trigoria scadrà nel febbraio del prossimo anno e che nessuno si è ancora fatto vivo con lui per discutere la faccenda.
L'etichetta di team manager della Roma gli sta addirittura stretta: sì, perché lui non soltanto ha il compito, con Bianchi, di gestire la vita della squadra giallorossa ma anche quello (probabilmente non contemplato dal contratto) di salvaguardare i rapporti con l'esterno.
Un esempio: la Roma, incredibile ma vero, è società che non ha un ufficio-stampa. I giornalisti per ottenere qualche informazione sulla vita della società devono fare autentici salti mortali, con il risultato di sapere, ad esempio, quando la squadra partirà per una trasferta o se questo o quel giocatore è alle prese con qualche problema soltanto grazie alla pazienza ed alla disponibilità di Mascetti.
Vita difficile, per chi è costretto a lavorare a Trigoria: i giocatori, ad esempio, non hanno mai o quasi voglia di incontrare i giornalisti e soltanto grazie all'intervento mascettiano si riesce (quasi sempre) a venire a capo di situazioni particolarmente sgradevoli. Un dirigente sensibile e di grande abilità. Sì, perché nonostante tutte le difficoltà che hanno accompagnato l'ultima campagna-acquisti della Roma, Mascetti è riuscito di accontentare, completamente, Bianchi. Una serie di acquisti che, magari discutibili sul piano tecnico, l'allenatore aveva preteso.
E pensare che il "difetto" che spesso viene riconosciuto a Mascetti è quello di esser troppo buono e tollerante.
Per noi, in realtà, si tratta di un grosso pregio, considerato che il variegato mondo del calcio è gestito (con approssimazione) da gente di pochi scrupoli, magari più interessata ad un tornaconto personale che alle reali esigenze dell' azienda per cui lavora.
Di fronte all'accusa di esser un dirigente "buono", Mascetti ha sempre replicato con un'alzata di spalle: che dicano quello che vogliono, ha sempre pensato, senza mai deviare dalla strada scelta nel momento in cui, smessi i panni del calciatore, decise di intraprendere la carriera di dirigente. Con risultati subito brillantissimi: lo scudetto-miracolo del Verona porta anche la sua firma, perché fu proprio Mascetti a scegliere, ad esempio, un giocatore semisconosciuto come Elkjaer, capace poi di trascinare i veneti alla conquista del titolo italiano.
E se è vero che il passato non si può né si deve dimenticare, è altrettanto certo che non si può trascurare il futuro. Ecco, perciò, che, con l'aiuto del preziosissimo Jacomuzzi, Mascetti sta pensando alla Roma di domani: un lavoro di ricerca, di grande impegno per assicurare alla società giallorossa un continuo passo in avanti, nella scalata ai vertici del calcio italiano.
Un lavoro che, comunque, ha bisogno di una solida base, tipo la piena, totale fiducia da parte dei massimi dirigenti romanisti.
Prendendo la Roma, il presidente Ciarrapico disse che Mascetti, al pari di Bianchi, era fuori da qualsiasi discussione: sarebbe bello ascoltare anche ora simili parole, considerato che Mascetti ha un ottimo rapporto anche con la tifoseria. Cioè con la gente che realmente "caccia" i soldi e che vorrebbe vedere una Roma sempre all'avanguardia.

Tratto da La Roma novembre 1991

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